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Riflessioni sulla guerra contro i mulini a vento dell’Evasione Fiscale

Articolo dell’8 Settembre 2011
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Sono anni che si sente parlare di lotta all’evasione fiscale.
Da quando ho acquisito il diritto di voto è il cavallo di battaglia di qualunque “cavaliere” politico italiano che si erge a salvatore della patria.
Si sente in televisione e si legge sui giornali che siamo lo stato con la più alta evasione fiscale e mi domando: Possibile che solo noi siamo tacciati di “rubare” allo stato? Possibile che solo noi cittadini italiani cerchiamo di pagare meno tasse possibili?
A veder la nazionalità dei soldi depositati nei paradisi fiscali, compresi quelli nella nostra vicina di casa Svizzera, pare non sia proprio così.
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I depositi bancari nei paradisi fiscali sono delle più vaste nazionalità, dall’Italia alla Cina, dagli Stati Uniti alla “santa ” Germania.
E’ evidente che anche “gli altri” non sono esenti da questo vizio. Il denaro genera la stessa avidità in ogni parte del mondo. Non c’è simbolo migliore per rappresentare il detto “tutto il mondo è paese”!
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E’ innegabile che probabilmente in Italia vi è una diffusione molto più generalizzata ed evidente di “evasione fiscale”.
Mi spiace però ricordarlo a tutti, ma nessuno è esente da questo. Ogni italiano ha nel suo armadio qualche scheletro su questo argomento. Certamente non si possono equiparare i reati; è evidente che un evasore totale di milioni di Euro non è paragonabile a chi non richiede la ricevuta al ristorante per avere lo sconto, ma non sentiamoci santi guardando la pagliuzza nell’occhio del nostro vicino.
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Detto ciò, siamo così certi che l’evasione fiscale sia il vero male di questo paese? Lo sentiamo ripetere ovunque, ma siamo così certi che sia la “peste” per l’Italia che vuole crescere?
Non è mia intenzione giustificare un sistema di continua evasione o elusione fiscale, ma credo che il continuo aumento delle “gabelle” crei notevoli problemi alle famiglie italiane. Pagare più tasse significa avere meno soldi da spendere; meno soldi da spendere significa meno consumi; meno consumi significa aziende con performance negative e di conseguenza meno gettito fiscale per lo stato.
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La situazione economica italiana, ma anche mondiale, gestita in questo modo rischia di generare recessione. Siamo un cane che si morde la cosa senza rendersene conto.
Ritengo che sicuramente la lotta all’evasione fiscale sia FONDAMENTALE per il nostro stato, ma non è con politiche terroristiche che si ottengono i risultati; anzi, queste strade rischiano di incentivare l’effetto contrario. Servirebbe un cambiamento sociale, che necessita di anni e di tempo. Ma come partire?
Il primo gradino da percorrere è quello di migliorare la gestione delle entrate fiscali e tagliare le spese superflue ed inutili. Ai cittadini vengono già chieste moltissime tasse e moltissimi sacrifici; ma tutto il denaro che viene generato come viene amministrato? I cittadini vedono il dilagare dello sperpero, della mala gestione e della supremazia dell’interesse privato a quello pubblico.
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Non è il caso forse di cambiare partendo da li? Un cittadino che vede i frutti dei suoi sacrifici, che li percepisce e che non vede i suoi soldi buttati, probabilmente sarà più incentivato a partecipare e contribuire alla vita pubblica.
Non è chiedendo sempre soldi che si risolvono i problemi. Bisogna partire dai tagli alle spese strutturali. Le cose potrebbero migliorare notevolmente, ma per favore, basta chiedere sacrifici a chi ne fà già molti!
Ma anche in questa manovra del governo peggiore che potessimo avere, nel momento peggiore della nostra Repubblica, si parte sempre dalle tasche dei cittadini e non dai tagli INTELLIGENTI alle spese.
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L’evasione fiscale è un male da combattere… ma il male più grande è la nostra CLASSE POLITICA!
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  1. gennaio 5, 2012 alle 9:42 am
  2. gennaio 8, 2013 alle 2:38 PM

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