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Perchè non la Tassa sulle Transazioni Finanziarie al posto dell’aumento del Bollo?

Articolo del 12 Luglio 2011

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La manovra economica presentata dal ministro Tremonti, tra i vari punti, prevede l’aumento dell’imposta di bollo sulla custodia titoli facendola lievitare da 34,20 € annui a120 € annui.  Verrebbe pertanto più che triplicata l’imposta.
Si tratta sicuramente di una proposta in totale contrasto con gli interessi dei piccoli risparmiatori italiani.
Inizialmente era stata proposta, con una bozza presentata dallo stesso governo, e appoggiata dalla Campagna ZeroZeroCinque,  l’introduzione di una Tassa dello 0,05% sulle Transazioni Finanziarie (TTF).
Si tratterebbe di una tassa che andrebbe a intaccare soprattutto chi opera annualmente sul mercato, e sugli speculatori che hanno innescato la crisi e con la quale continuano a guadagnare.
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Entrando nel merito un risparmiatore che in un anno acquista 50mila euro di titoli, se sottoposto a una tassa sulle transazioni finanziarie dello 0,05% avrebbe un costo supplementare di 25 euro. Con l’aumento dell’imposta di bollo il costo sarà, invece, di ben 85,80 euro in più rispetto a oggi (quasi 5 volte la TTF).
Uno speculatore che effettua compravendite in titoli pari a 50milioni di euro l’anno, con la TTF, sarebbe stato costretto a pagare circa 25.000 euro. Con l’ipotesi attuale di aumento della custodia titoli, invece, anche lui se la caverà con soli 85,80 euro aggiuntivi rispetto a oggi (solo lo 0,5% della TTF).
Una cifra che potrebbe crescere un po’ dal 2013 ma sempre restando irrisoria rispetto alle transazioni speculative effettuate.
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Senza contare l’ipotesi in cui il piccolo risparmiatore nell’anno non proceda ad investire null’altro in più rispetto a quanto già investito nel passato. Infatti, con l’introduzione di una tassa come la TTF, il risparmiatore potrebbe ricevere ad esempio la propria cedola di interessi sui Bot senza dover subire nessun altro costo; mentre invece, con l’aumento dell’imposta di bollo si vedrebbe diminuire il beneficio derivante dalla cedola andando a diminuire addirittura in molti casi il proprio patrimonio.
Nello specifico: ipotizzando che un piccolo risparmiatore sia titolare di Bot per un controvalore di 5.000 € con una cedola annuale pari al 4%  riceverebbe annualmente un importo pari ad €200 che, al netto delle imposte, sarebbero pari ad €175.
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Se da questa cedola annuale venisse scontato la nuova imposta di bollo, pari a 120€, con un differenziale pari a 85,80€ il netto che resterebbe nelle tasche del risparmiatore sarebbe pari ad € 55 ovvero un rendimento netto del 1,1%. Ipotizzando un inflazione media annua pari al 2% negli stati UE il risultato sarebbe l’impoverimento del piccolo risparmiatore.
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E’ evidente che si tratta di un caso “limite”, ma anche ponendo un capitale investito pari ad € 20.000 la nuova imposta di bollo lederebbe non poco il rendimento atteso del piccolo risparmiatore, senza contare che ad oggi è praticamente impossibile avere dei Bot che rendano il 4% annuo. Mi domando nell’interesse di chi viene fatto ciò; probabilmente non per la maggior parte degli italiani. Io un “Tobin Tax” non la vedevo poi così negativa…
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